Mi presento: sono Marco Scurati e faccio il giornalista professionista dal 2002. Sono specializzato in contenuti digitali per media italiani (Corriere.it, Gazzetta.it, Tgcom24, Yahoo.it) e stranieri (Yahoo.com e Ozy.com) e lavoro anche per la comunicazione di aziende e multinazionali (UniCredit, Roche, Eni). Ho lavorato per tanti anni in un’agenzia di stampa radio (syndication Cnr FM, Radio Kiss Kiss, Radio Norba, Radio Sportiva tra i tanti), tv (syndication Odeon Tv, syndication Cinquestelle, Gold Tv) e web (Msn News, Msn Video). Prima della rivoluzione digitale ho lavorato come redattore per il mensile Eurosat (Business Media 24) e collaborato per il mensile Carnet (De Agostini Rizzoli Periodici) con una rubrica fissa.
Questo blog è nato il 4 marzo del 2010 dopo una veloce pausa pranzo con un caffè in compagnia dell’amico e collega Giuseppe Lamanna: dopo l’ennesimo rifiuto da parte di un editore di pubblicare un articolo sulle divise dei Mondiali di calcio in Sudafrica era arrivato il momento di andare da soli. Così, in 5 minuti scarsi, ho deciso di aprire un blog per parlare di maglie e di sport.
Ma da quando inizia veramente questo legame personale, oltre che professionale, con l’argomento? Forse nel 1997, anno del primo lavoro a Tele+, dove per le successive 5 stagioni sportive quasi tutte le maglie dei campionati di Serie A e B erano in esposizione nello showroom di via Piranesi, a Milano. E si commentavano tra colleghi in pausa caffè o durante le aste del fantacalcio. Magari sfoggiando qualche acquisto esotico nelle mitiche partite di calcetto del lunedì notte.
In realtà la “folgorazione” per le maglie da calcio è arrivata nel 1988 durante una vacanza studio nel Devon del Nord (Gran Bretagna). Un momento magico per le football jersey, che erano indossate da tutti in qualsiasi circostanza. Anche in banca! O forse è iniziata molti anni prima con le raccolte di figurine Panini con le novità delle maglie e degli sponsor ogni campionato?
Linea editoriale di Ama la Maglia
Quando ho così deciso di aprire Ama la Maglia il mio scopo era quello di raccontare storie di sport – qualsiasi sport – partendo da un punto di vista insolito e colorato come quello delle divise sportive. La mia passione è nata in famiglia dove lo sport sui giornali e riviste, radio e tv era una ricorrenza quotidiana. Ho anche giocato a calcio e basket, praticato lo sci e sono diventato allenatore FIP di pallacanestro.
La mia maglia preferita? Ce n’è una che ha segnato la svolta per me e credo anche per l’industria in generale: quella della Danimarca di Hummel per i Mondiali di calcio Messico 1986.
Un’altra divisa sportiva che mi ha conquistato è stata quella del Seattle Sonics del basket Nba a metà Anni 90. Era il periodo dei colori super appariscenti, dei pattern accecanti e dei loghi in stile cartoon.
E poi ci sono le maglie da rugby vecchia scuola in cotone, che sono la mia passione da collezionista. Ne ho parlato con François Pienaar, il mitico capitano del Sudafrica campione del mondo nel 1995 (quello della stretta di mano con Nelson Mandela), che mi ha confessato: “Sai cosa ti dico? Quelle maglie erano perfette, perché anche se bevevi un paio di birre in più la sera nessuno se ne accorgeva!”.