Verde, rosso e giallo in una composizione psichedelica conosciuta negli Usa come tie-dye, il disegno del grafico Greg Speirs e una storica medaglia di bronzo olimpica nel torneo di basket ai Giochi di Barcellona. La maglia della Lituania di basket 1992, da 30 anni, fa parte della storia dello sport e della leggenda olimpica. Ma è una storia che si intreccia con la Storia e le tante altre storie di quei mesi.
Andiamo con ordine e spostiamo le lancette del tempo all’estate 1992, nelle settimane precedenti i Giochi estivi di Barcellona. La Lituania, da poco indipendente dall’Unione Sovietica e tornata a essere stato sovrano, vuole qualificarsi al torneo olimpico a cinque cerchi forte del suo gruppo di cestisti fenomenali, che formava l’ossatura dell’Urss campione solo 4 anni prima a Seul. Nota storica: la Lituania aveva in bacheca due titoli europei vinti nel 1937 e 1939 prima dell’invasione e annessione sovietica durata oltre 50 anni. Il basket è più di uno sport, o di un hobby, da quelle parti: è una vera religione laica.
I lituani però devono passare da una raccolta fondi piuttosto importante per finanziare il loro sogno, visto che il comitato olimpico nazionale è a corto di liquidità dopo il distacco da quello sovietico. Si attivano così i campioni che giocano in giro per il mondo e Sharunas Marciulonis, già da un po’ emigrato nella Nba e giocatore dei Golden State Warriors, tira fuori l’asso: 5.000 dollari dalla band californiana Greatful Dead e la loro benedizione di “pace, amore e libertà” con i diritti a vita su una maglia speciale che sarebbe stata disegnata dal loro grafico per l’occasione.
Quindi, nell’ordine: i lituani di qualificano al torneo olimpico maschile di Barcellona 1992 giocando con delle divise piuttosto anonime con i colori nazionali e con una patch di adidas, ma soprattutto si finanziano la trasferta catalana (e non solo) con la vendita della maglia dei Greatful Dead creata con un mix psichedelico di giallo, verde e rosso e con il disegno di Greg Speirs, lo street artist e grafico di fiducia dei Greatful Dead, con lo Skullman (uno scheletro) che si alza in salto a schiacciare a canestro. Come l’artista stesso spiega non si tratta di una metafora della morte, ma di “una fenice che risorge dalle ceneri e schiaccia un pallone in un canestro in fiamme per rappresentare la rinascita a nuova vita dopo il comunismo”. In altre parole: la maglia più cercata a Barcellona in quelle settimane di gare e che servì a finanziare anche la spedizione ad Atlanta 1996 (altro bronzo) e un po’ di ospedali lituani.
Quando entra nella storia la maglia della Lituania di basket 1992
L’8 agosto 1992, al Palau Municipal d’Esports de Badalona, è giornata di podio per il torneo di basket olimpico. Da giorni si parla solo di come decideranno di presentarsi, o non presentarsi, sul podio gli americani del Dream Team per via dei contratti di sponsorizzazione: capitanati da Michael Jordan con Nike, le star della Nba si rifiutano di ricevere la medaglia d’oro (la Croazia in finale era solo l’ultima partita e non poteva impensierirli) con le tute marchiate Champion, in quell’edizione sponsor tecnico del Team olimpico Usa.
Alla fine si trova la soluzione oscurando il logo Champion con le bandiere al collo a mo’ di sciarpa o aprendo il colletto della giacca fino alle spalle. Sicuramente una dimostrazione di super professionismo inevitabile con sportivi di quel calibro. Ma la scena improvvisamente, quella sera, è della maglia della Lituania di basket 1992: tutti si presentano sul podio con t-shirt e pantaloncini psichedelici e un vistoso marsupio nero marchiato adidas (giusto per non scontentare lo sponsor istituzionale). L’effetto è quello della comitiva in gita al mare in Spagna, ma in realtà è un momento fondativo della rinata Lituania indipendente. Marciulionis, Sabonis, Kurtinaitis e Khomicius, che solo 4 anni prima formavano l’ossatura dell’Urss campione, guidano i compagni a vincere la finale per il bronzo contro la Csi (Comunità Stati Indipendenti, in pratica l’ex Urss senza Estonia, Lituania e Lettonia). E quella maglia, tanto psichedelica da sembrare fuori moda anche nel 1992, diventa un simbolo di libertà.
Quel podio di Barcellona 1992 è qualcosa di inimmaginabile solo 4 anni prima a Seul: in Corea del Sud c’erano Unione Sovietica oro, Jugoslavia argento e Stati Uniti d’America bronzo. Nel 1989 cade il Muro di Berlino, l’Urss va in frantumi e anche la Lituania paga un prezzo di sangue per l’indipendenza. Ma nel 1992 il podio è Usa, Croazia e la Lituania. L’eredità di quella maglia della Lituania di basket 1992? Fonti riportano che adidas pensò a una maglia del genere per la nazionale Usa ai mondiali di calcio del 1994, da giocare proprio negli Stati Uniti. Poi scelsero la combo “stars & stripes” con la altrettanto mitica maglia effetto denim con le stelle e quella con le bande verticali rosse e bianche. Lasciando alla Lituania un pezzo di storia che non poteva essere replicato.
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