Errore sul database di WordPress: [Unknown column 'inclusive_language_score' in 'field list']
UPDATE `wp_yoast_indexable` SET `object_id` = '50168', `object_type` = 'post', `object_sub_type` = 'post', `permalink` = 'https://www.amalamaglia.it/2021/04/23/maglie-serie-a-numeri-fissi/', `primary_focus_keyword_score` = NULL, `readability_score` = '0', `inclusive_language_score` = '0', `is_cornerstone` = '0', `is_robots_noindex` = NULL, `is_robots_nofollow` = '0', `is_robots_noimageindex` = NULL, `is_robots_noarchive` = NULL, `is_robots_nosnippet` = NULL, `open_graph_image` = 'https://i0.wp.com/www.amalamaglia.it/wp-content/uploads/2021/04/maglia-calcio-numero-fisso.jpg?fit=750%2C420&ssl=1', `open_graph_image_id` = '50169', `open_graph_image_source` = 'featured-image', `open_graph_image_meta` = '{\"width\":750,\"height\":420,\"url\":\"https://i0.wp.com/www.amalamaglia.it/wp-content/uploads/2021/04/maglia-calcio-numero-fisso.jpg?fit=750%2C420&ssl=1\",\"path\":\"/var/www/vhosts/amalamaglia.it/httpdocs/wp-content/uploads/2021/04/maglia-calcio-numero-fisso.jpg\",\"size\":\"full\",\"id\":50169,\"alt\":\"maglia napoli maradona numero 10\",\"pixels\":315000,\"type\":\"image/jpeg\"}', `twitter_image` = 'https://i0.wp.com/www.amalamaglia.it/wp-content/uploads/2021/04/maglia-calcio-numero-fisso.jpg?fit=750%2C420&ssl=1', `twitter_image_id` = '50169', `twitter_image_source` = 'featured-image', `primary_focus_keyword` = NULL, `canonical` = NULL, `title` = 'Serie A, maglie: torniamo ai numeri fissi | %%sitename%% ', `description` = 'Torniamo alle basi del calcio: in Serie A maglie con i numeri fissi e facciamo sognare i bambini di poter indossare un giorno la stessa maglia dei loro idoli.', `breadcrumb_title` = 'Torniamo alle maglie con i numeri fissi in Serie A', `open_graph_title` = NULL, `open_graph_description` = NULL, `twitter_title` = NULL, `twitter_description` = NULL, `estimated_reading_time_minutes` = NULL, `author_id` = '1', `post_parent` = '0', `number_of_pages` = NULL, `post_status` = 'publish', `is_protected` = '0', `is_public` = NULL, `has_public_posts` = NULL, `blog_id` = '1', `schema_page_type` = NULL, `schema_article_type` = NULL, `object_last_modified` = '2021-04-23 19:32:40', `object_published_at` = '2021-04-23 13:05:19', `version` = '2', `permalink_hash` = '66:1153dbfbd66e5cf0be4aec0e3b11c4f4', `updated_at` = '2023-09-27 05:07:58' WHERE `id` = '8159'

Serie A, maglie: torniamo ai numeri fissi | Ama la Maglia 

Torniamo alle maglie con i numeri fissi in Serie A

È necessario un time out nel calcio dopo giorni di caos seguito dall’annuncio, poi rientrato, della nascita di una Superlega da parte di 12 top club europei. La loro provocazione è: il calcio è uno spettacolo prodotto da società di business con dei costi enormi e che muovono un altrettanto enorme giro d’affari, quindi i più intraprendenti è giusto che si gestiscano un torneo e i relativi incassi. Fine del calcio come uno sport meritocratico, con un sistema piramidale di promozioni e retrocessioni.

Il calcio però è da 30 anni che va in questa direzione, con un’accelerazione negli ultimi 20. Abbiamo visto nascere la Premier League inglese con i soldi della pay-tv, abbiamo visto vietare l’uso delle mani ai portieri per i retropassaggi, abbiamo visto un Euro 92 con le maglie personalizzate e un mondiale 94 negli Usa con gli arbitri non più in nero, abbiamo visto cambiare la Coppa dei Campioni e la Coppa Uefa mentre spariva la Coppa delle Coppe, abbiamo visto cadere le frontiere con la libera circolazione di calciatori, abbiamo visto l’Italia al top in Europa e nel mondo e poi flop in tante e troppe altre recenti manifestazioni.

Parola d’ordine: più spettacolo, più coinvolgimento dei tifosi, più merchandising. Più oggetti – a partire dall’amata maglia – da vendere ai fan. Attenzione, perché in Italia questa strada era stata tentata alla fine degli anni 70 da qualche imprenditore visionario come Pouchain, ma proprio la nomenklatura del calcio e la stampa avevano bocciato il progetto senza appello al grido “non si specula sulla tradizione e non si spremono i tifosi come se fossero dei consumatori qualsiasi”.

Poi sono arrivati gli anni 90: per chi è appassionato di maglie il cambio di paradigma è stato rivoluzionario. Siamo passati da decenni con le novità soprattutto in ambito tecnico dei tessuti (dalla flanella al cotone, dal cotone al sintetico, dal nylon al traspirante) e delle rifiniture (maniche e orli) a un’esplosione di colori, pattern e abbinamenti. Siamo passati dalle maglie numerate dall’1 all’11 per i giocatori in campo alla numerazione personalizzata con tanto di nome del calciatore sulle spalle. Nuovi idoli come negli sport Usa, dove però da sempre la numerazione è libera dallo 00 al 99.

Nel calcio i numeri sono un’invenzione arrivata ben 80 anni dopo la nascita del primo club in Inghilterra. E inizialmente erano dall’1 all’11 per una squadra e dal 12 al 23 per l’altra. Però nel tempo proprio i numeri, come nel rugby, sono serviti a identificare il ruolo in campo. E tramandare un sogno: quello di indossare e vincere, un giorno, con la maglia e il numero del proprio idolo quando si era bambini. Proprio come Totti da ragazzino nel 1991 che a bordo campo vedeva il suo idolo Giannini in campo: stesso numero 10 e stessa fascia da capitano.

Il calcio è soprattutto una cultura e i tifosi ne sono parte integrante con il loro bagaglio identitario, di storia e tradizione che attraversa le generazioni. Non è un prodotto di intrattenimento da consumare con i riti ordinari che conosciamo per qualsiasi altra industria. Se il calcio serve anche a vendere è perché ha dei valori fondanti come cultura e non come bene di consumo.

La tradizione fa parte dell’emozione che trasmette il calcio e i sogni devono essere aperti a tutti: vincere uno scudetto da outsider, un campionato europeo da ripescati o indossare un giorno la maglia numero 10 del Napoli. Perché quella divisa fa parte della storia e della tradizione del calcio, del club, di Diego Armando Maradona per un periodo molto felice e dei tifosi. Se tra loro ci fosse un giovanissimo fuoriclasse, perché non può sognare di indossare quella maglia numero 10?

Non sono un nostalgico e non sono contrario alle novità nel mondo del calcio. Però mi piace ragionare con i piedi piantati nella cultura di questo sport, che è sempre stato inclusivo. Fino a quando non ha iniziato a coltivare l’esclusività. La maglia “del fuoriclasse” è diventata più importante della “maglia della squadra”: per la Juve si contano a spanne quante maglie numero 7 di Cristiano Ronaldo si possono vendere ai tifosi e non quanto il campione si riconosca in quella divisa con quei colori.

Faccio una proposta: torniamo a giocare i campionati nazionali dalla prima all’ultima categoria con la numerazione fissa dall’1 all’11 e senza il nome dei giocatori sulla schiena. Se vogliamo mettiamoci il nome del club in rappresentanza di tutti quanti si riconoscono in quei colori. Anche un mito come Cruijff a Barcellona aveva rinunciato al numero 14 che vestiva, ante litteram, come sua cifra personale.

Facciamo sognare i bambini tifosi, che un giorno potranno indossare la maglia con il numero del loro campione. Lasciamo aperta la possibilità di meritare un giorno lo stesso palcoscenico e lo stesso costume di scena come si fa per gli artisti. E teniamo la numerazione fissa per i campionati nazionali come la Serie A lasciando quella personalizzata nelle Coppe per i club e le nazionali. Un ulteriore scatto meritocratico da conquistare sul campo.

Leggi anche

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.