Divisa Germania Mondiali Italia 90

Italia 90, la maglia della Germania Ovest che non doveva esserci

L’8 giugno 1990 iniziava il Mondiale di Italia 90. Sono passati esattamente 30 anni da quel kick off che ci ha regalato emozioni, gioie e delusioni tremende. Tre decadi da un campionato del mondo di calcio vinto dalla Germania Ovest con una maglia rimasta iconica. Un torneo che ha segnato la fine del vecchio mondo geopolitico (ultima apparizione dei tedeschi occidentali, dell’Urss, della Jugoslavia e Cecoslovacchia) e l’inizio di un nuovo ordine sportivo calcistico che ha visto il debutto della Costa Rica e il Camerun arrivare a un passo dalla semifinale.

Torniamo alla maglia della Germania Ovest del 1990 di adidas con l’ampio motivo geometrico tricolore sul petto. Una divisa nata per l’Europeo tedesco del 1988 e rimasta fino al 1991 grazie al ct Franz Beckenbauer. Una storia che va raccontata grazie a varie testimonianze, ma non senza prima fare il punto della situazione sugli sponsor tecnici presenti al Mondiale di Italia 90.

adidas (15)
Argentina
Jugoslavia
Paesi Bassi
Germania Ovest
Svezia
Eire
Belgio
Romania
Unione Sovietica
Cecoslovacchia
Camerun
Usa
Egitto
Emirati Arabi Uniti
Colombia

Le Coq Sportif (1)
Spagna

Puma (2)
Uruguay
Austria

Umbro (2)
Inghilterra
Scozia

Diadora (1)
Italia

Lotto (1)
Costa Rica

Topper (1)
Brasile

Rapido (1)
Corea del Sud

Come si vede adidas vestiva 15 nazionali su 24, quindi più della metà. L’Italia padrona di casa era marchiata Diadora anche se il logo dello sponsor tecnico non poteva apparire sulla maglia azzurra per via della “legge olimpica” che vietava i marchi commerciali (durerà fino al 1998). Altro marchio italiano presente era Lotto con la Costa Rica e una fornitura che passò alla storia per la maglia bianconera di riserva. Nota curiosa: la Corea del Sud (alla seconda partecipazione dopo Messico 86) vestiva lo sponsor Rapido, un marchio che faceva parte della galassia Samsung. Ma nel 1990 non era ancora noto dalle nostre parti.

Questa maglia della Germania Ovest non doveva essere usata a Italia 90

Parliamo più nel dettaglio della divisa dei tedeschi e della sua unicità, che ha ispirato la maglia della Germania ai Mondiali 2018 in Russia. Iniziamo dalla storia della designer di adidas a quei tempi, che era la signora Ina Franzmann. Nata e cresciuta in una famiglia di sarti per uomini si forma all’università per quanto riguarda la moda ed entra nel centro stile del gruppo tedesco. Nel 1986 ricevette l’ordine di inserire dei colori nelle maglie della nazionale tedesca di calcio per l’Euro 88 che si giocava proprio in Germania. A darlo fu Horst Dassler, figlio del fondatore Adi Dassler.

(via ClassicFootballShirts)

L’ufficio di Ina era composto da sole 4 persone e si occupava di tutte le linee sportive. A quei tempi la priorità erano le polo e i completi da tennis: eravamo nell’era di Steffi Graf, Ivan Lendl, Stefan Edberg. Il calcio non era una priorità e per quanto riguarda la nazionale di calcio tedesca andava bene il classico bianco abbinato a bordi neri. Anche se nel 1986 erano stati aggiunti degli orli tricolori riprendendo i colori della bandiera. Ma Horst Dassler voleva osare di più: la maglia della Francia a Euro 84 con la banca rossa e bianca era stata un successo clamoroso (riproposto anche nel 1998) e la divisa della Danimarca a Messico 86 aveva rivoluzionato il concetto stesso di look in campo.

Dassler aveva fiutato il cambiamento e lo voleva vedere realizzato per la maglia della Germania Ovest all’Europeo 88 organizzato proprio nella Repubblica Federale Tedesca. Non riuscirà però a vedere questa maglia all’opera: Horst muore nel 1987 dopo pochi mesi di malattia, ma comunque ha lasciato un segno indelebile nella storia calcistica tedesca e mondiale. Proprio come il padre Adi con i suoi tacchetti intercambiabili del Miracolo di Berna del 1954.

Torniamo alla maglia della Germania Ovest e nello studio dei designer adidas nel 1986. Ina e i suoi collaboratori iniziarono a disegnare a mano i modelli, perché ai tempi non si lavorava sui computer. Tra una cinquantina di bozze venne scelta la sua proposta: un motivo geometrico che esalta le spalle dei calciatori, un motivo che scende dalla spalla lungo il petto per poi risalire come a simboleggiare la vittoria. L’accoglienza? Molto fredda in Germania Ovest. Forse colpa del retaggio del passato e del fatto che le bandiere nel secondo dopoguerra erano rimaste chiuse in un cassetto da decenni.

(via http://thefootballattic.blogspot.com/)

All’Euro 88 la maglia fece parlare di sé e piace ai tifosi di tutto il mondo, italiani compresi. La Germania Ovest arrivò alle semifinali e si arrense solo all’Olanda di Marco Van Basten vestita con un’altra divisa iconica entrata nella storia. Fine della storia, perché l’idea fu quella di cambiare maglia ai tedeschi per Italia 90. Ma le nuove proposte non convinsero gli uomini del brand a tre strisce in un momento di forti problemi societari dopo la morte di Horst. Al tavolo con i designer adidas venne allora chiamato il ct Franz Beckenbauer, uomo immagine del marchio da decenni. La sua opinione fu come oro colato: si decise di mantenere in vita la divisa perché aveva stile ed eleganza oltre che i colori tradizionali tedeschi.

Ed ecco che la Germania Ovest vinse poi i Mondiali di Italia 90 e rimane ancora oggi nella storia con quella maglia disegnata da Ina Franzmann. Altra curiosità: la divisa tra il 1988 e il 1991 è stata utilizzata in 34 partite della Mannschaft. Ed è un record destinato a durare parecchio visto che ormai il ciclo di vita di una maglia è di soli 2 anni e 17 partite a stagione per una nazionale di calcio sono impossibili da giocare nell’affollato calendario internazionale.


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