La maglia azzurra compie 110 anni (ma nasce in realtà bianca)

La nazionale di calcio italiana festeggia i 110 anni. Una storia nata oltre un secolo fa nel 1910 con la prima amichevole tra Italia e Francia a Milano. Sul colore della prima maglia ci sono diverse storie e qualche leggenda. Non è ancora ben chiaro se la scelta delle divise bianche era per motivi economici, in quanto il cotone non tinto era meno costoso di quello colorato, o per rendere omaggio alla Pro Vercelli, la squadra di calcio più forte in quel tempo.

Ma c’è anche l’ipotesi storica che al momento di decidere quale colore usare per rappresentare l’Italia del calcio il bianco sia stato il compromesso raggiunto per non scontentare qualcuno. Infatti al debutto milanese contro la Francia i nostri calciatori avevano un nastro tricolore appuntato sul cuore.

Nel 1911 si passa all’azzurro in onore alla famiglia Savoia. In araldica si chiama “fascia” il drappo di tela che veniva incollato trasversalmente sopra lo scudo nobiliare: la fascia dei Savoia è azzurra e lo scudo rosso con croce bianca (e sarà apposto all’altezza del cuore sulle maglie).

Ma anche qui non mancano storie e leggende. Qualcuno riconduce il colore a un omaggio alla Francia, altri a un richiamo del cielo e del mare italiani, altri alla necessità di rendere visibili i giocatori in campo in un giorno di gennaio a Milano con la neve a incorniciare l’Arena Civica.

Da dove proviene l’azzurro Savoia? Dal mantello della Vergine Maria tradizionalmente rappresentato di colore azzurro, a cui la casata reale era devota. Nota curiosa: con lo stesso riferimento religioso il Brasile ha scelto il blu come colore della maglia di riserva per la finale del Mondiale 1958 in Svezia.

In un primo momento solo la nazionale di calcio italiana vestiva il colore azzurro, lo sport nazionale era fedele al bianco e solo la nascita del Coni nel 1914 ha uniformato tutte le discipline sotto lo stesso colore che è diventato il simbolo dell’Italia sportiva. E quindi mantenuto anche dopo la Seconda Guerra Mondiale nonostante l’uscita di scena della famiglia Savoia.

tardelli maglia italia 1982
Marco Tardelli, 1982 in Spagna

L’unica novità è l’introduzione dello scudetto tricolore. Altra nota curiosa: l’arrivo degli sponsor tecnici sulle maglie al Mondiale 1974 in Germania Ovest non tocca le divise azzurre che rimangono anonime (cioè senza il marchio dello sponsor tecnico) fino al 1999. Un record per lo sport.

Dalla mostra allestita nel 2010 dalla Figc per i 100 anni una fotogalley delle maglie storiche dell’Italia.

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Commenti

2 risposte a “La maglia azzurra compie 110 anni (ma nasce in realtà bianca)”

  1. La maglia dell’ultimo mondiale vinto “non se po vedé”! Bella invece il modello kombat di kappa

  2. Grazie per la tua analisi di un fenomeno veramente curioso: se una maglia brutta è vincente diventa bella e “iconica”; se è una maglia non vincente (dire perdente è troppo) allora cade nel dimenticatoio. Anche io penso che la maglia Kombat del 2000 sia bella, innovativa e rispettosa dei canoni estetici del calcio italiano. E quella nazionale senza stelle, che arrivò a una manciata di secondi dalla gloria, perdendo al golden goal la finale dell’Europeo, merita un posto nella memoria sportiva di questo paese!

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