Ncaa 1989, Georgetown: Patrick Ewing

Nike, la rivoluzione del basket inizia nel 1989

Niente March Madness 2020 per il basket Ncaa. Stagione stoppata e finali cancellate per l’emergenza sanitaria mondiale. Un evento di portata assoluta tra gli eventi sportivi americani e molto più seguito e sentito del campionato Nba, perché università e college sono sparsi su tutto il territorio Usa a differenza delle squadre pro del campionato di basket. Un appuntamento anche e soprattutto televisivo che segna la timeline della palla a spicchi. Usato dai brand sportivi per evolvere e rivoluzionare le divise delle squadre. Un marchio più di altri è stato artefice di cambi di look che hanno segnato la storia: facciamo un salto indietro nel tempo per capire come Nike ha cambiato questo evento.

Iniziamo da molto lontano nel tempo, esattamente dal 1939 con gli Oregon Ducks che per primi hanno vinto il torneo Ncaa di basket (unico successo per loro). Dalla foto in bianco e nero dell’epoca riusciamo però a notare alcuni dettagli su tessuti e accessori della divisa: canotta in cotone, pantaloncini lucidi in satin con cintura in vita, come calze dei tubolari alti al ginocchio e scarpe a collo alto in tela con suola in gomma. Indizio: Phil Knight è originario dell’Oregon e tifoso dei Ducks, Bill Bowermann era dell’Oregon e allenatore di atletica per i Ducks. Entrambi hanno fondato la Blue Ribbon Sports, poi diventata Nike. Nei decenni a seguire l’evoluzione dell’abbigliamento sportivo sui parquet vede l’abbandono della cintura, scarpe sempre più protettive per la caviglia e comode per i piedi. Capitolo canottiere: dal cotone l’evoluzione porta al poliestere e poi al tessuto mesh. Con varianti e personalizzazioni degne di nota.

La t-shirt di cotone colorata (e sudata) sotto la canottiera, per esempio. Un’immagine tipica degli Anni 80 nel basket Ncaa, Nba e anche italiano. Insomma, un pezzo di storia della pallacanestro. Per esempio, la foto di Patrick Ewing con la divisa degli Hoyas della Georgetown University alle Final Four della Ncaa è il pretesto per un viaggio nel tempo offerto da Sport Illustrated nell’edizione online. Oggetto: come Nike ha cambiato il look del basket nei college a partire dal 1989.

Degli Anni 80 rimaneva l’eredità del tessuto traforato in mesh (massima traspirabilità, non abrasivo sulla pelle e indeformabile), pantaloncini cortissimi e, al massimo, una sotto-maglia anonima in cotone. Con questo look Ewing ha giocato con Georgetown le Final Four Ncaa nel 1982, 1984 e 1985 (vincendo nel 1984).

Proprio dalla Georgetown University lo sponsor tecnico Nike, a partire dal 1992, ha introdotto la prima novità: pantaloncini più larghi e più lunghi sul ginocchio. Per la prima volta appare il simbolo dello Swoosh sulle divise del basket di college. È rivoluzione. Il nuovo stile diventa uno standard dai playground delle città fino alla Nba. Michael Jordan, atleta di punta di Nike, chiede a Champion – sponsor tecnico unico del campionato pro – di allungare e allargare la sua taglia dei pantaloncini dei Chicago Bulls.

L’evoluzione dello stile è andato di pari passo con quello tecnologico dei tessuti. L’articolo di Tim Newcomb ci propone un’interessante comparazione. A inizio Anni 90 le divise di basket pesavano in totale 760 grammi (368 gr. la canottiera e 392 gr. i pantaloncini). Oggi un completo Nike da basket pesa 323 grammi (170 gr. la canotta e 153 gr. il resto). In 20 anni i tessuti tecnici più leggeri hanno tolto 437 grammi alle divise Ncaa: per una intera stagione sono 56 chili in meno da portare in giro per il parquet di basket.

Poi con gli Anni Duemila sono arrivate ancora altre novità. Estetiche come il nuovo design del collo delle canottiere e l’effetto aerografo per la grafica posteriore delle divise. E novità anche tecniche: nuovi tessuti per migliorare la vestibilità (più attillata), la traspirazione e l’utilizzo di poliestere riciclato da bottiglie di plastica.

Perché Nike è il marchio preferito dagli americani per quanto riguarda il basket? La spiegazione che possiamo sintetizzare dall’articolo di Si.com è tutta nella strategia adottata dallo Swoosh a partire dal 1989: ha messo radici nel college (vero e proprio bacino di tifo incondizionato negli Usa), ha vestito atleti e studenti, ha innovato il look e i materiali fino ad arrivare al professionista destinato a rimanere nella storia come Michael Jordan. Una strada tentata anche dal marchio emergente Under Armour negli ultimi anni, ma la meta per ora è ancora lontana.

(prima pubblicazione 3 aprile 2015, aggiornamento 26 marzo 2020)

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