Le maglie del mondiale 2018 di calcio sono l’oggetto del desiderio dei tifosi. Dal 1930, cioè da 88 anni, si ripete il rito. Russia 2018 è la 21esima edizione della Coppa del Mondo organizzata dalla Fifa. Come sono cambiate le maglie nel tempo? Dal cotone e dalla lanetta siamo passati ai tessuti sintetici fino a quelli riciclati dalla plastica. Dalle divise prodotte da anonimi maglifici ai kit realizzati dalle multinazionali dell’abbigliamento sportivo. Una rassegna storica e curata delle maglie da calcio usate dalle nazionali vincitrici e un po’ di curiosità sull’ascesa dei produttori.
Maglie, dal 1974 è boom con adidas e Umbro
I primi mondiali di calcio vengono giocati da federazioni pionieristiche e senza contratti di sponsorizzazione. Quindi l’abbigliamento tecnico è commissionato ad aziende locali per avere un prodotto uniforme, resistente ed economico. Il primo fornitore di un certo peso (ma diventerà un marchio, perché nel 1954 non lo era) è adidas, che veste la Germania Ovest al mondiale in Svizzera dalla testa ai piedi, nel senso che fornisce le innovative scarpe a tacchetti intercambiabili che faranno la differenza sui terreni fangosi del torneo. La federcalcio tedesca su Twitter ha postato una foto di Adi Dassler, fondatore del brand adidas, definendolo “kit man” (traducibile come addetto alle divise).
Revolutionary boots designed by kit man Adi Dassler – founder of @AdidasFootball – were much lighter than those worn by the Hungarians and much better suited to the boggy pitch, allowing the West Germany players to conserve their energy… 👟#DieMannschaft #WorldCup pic.twitter.com/EphfuiHdxW
— Germany (@DFB_Team_EN) 3 giugno 2018
Le edizioni successive dei mondiali vedono protagonista il Brasile: la federcalcio aveva più contratti con fornitori locali. Nel 1958 in Svezia i brasiliani si allenano con divise prodotte da Athleta e giocano con maglie prodotte da Ceppo. In finale contro la Svezia nasce il problema di giocare con un colore alternativo al giallo degli scandinavi padroni di casa. Il materiale da allenamento era logoro dopo oltre 2 mesi di utilizzo. In centro a Stoccolma, in un negozio di articoli sportivi, i delegati brasiliani comprano maglie blu, unico colore disponibile nella quantità che permetteva di mettere in campo 11 giocatori. I marchi sono l’azienda svedese Idroff e la britannica Umbro. I numeri gialli sono tagliati dalla stoffa delle maglie Ceppo e cucici, insieme allo stemma federale sul petto, la notte prima della finale!
Stessi fornitori per il Brasile quattro anni dopo in Cile: Ceppo e Athleta si dividono la paternità del secondo titolo mondiale. Nel 1966 non c’è storia: vince l’Inghilterra a Londra con maglie Umbro. Un mondiale che incorona il marchio del diamante come fornitore di quasi tutte le squadre alla fase finale. In Messico nel 1970 di assegna definitivamente la Coppa Rimet con la finale Brasile-Italia (entrambe detentrici di due titoli). Vince la Seleçao giocando la finale con maglie Umbro e Athleta. Anche in questo caso la federcalcio ha integrato lungo il torneo le divise non più utilizzabili comprandole sul posto al momento del bisogno.
Mondiale della svolta è quello in Germania nel 1974: nuova coppa, quella Fifa che conosciamo tutti, e compaiono per la prima volta sulle maglie da gioco gli sponsor tecnici. Varia da federazione a federazione l’esposizione del marchio. Umbro, per esempio, compare sulla maglia di Scozia e Australia con il piccolo diamante bianco in alto a destra ma non su quella dell’Inghilterra. L’esposizione di adidas è di 3 tipi: senza nessun marchio come nel caso della Germania Ovest; l’esposizione delle tre strisce sulle maniche come nel caso dell’Olanda (con Johan Cruyff che è testimonial Puma e viene autorizzato a togliere una striscia); con il solo trifoglio in alto a destra come nel caso dell’Argentina, Polonia, Cile e Haiti. Nel caso dello Zaire, i folkloristici Leopard, addirittura con trifoglio e tre strisce sulle maniche. E poi ci sono federazioni no logo come Italia, Brasile, Inghilterra e DDR. I brasiliani con Athleta sdoganano l’usanza di firmare la maglia con le stelle: una per ogni titolo mondiale vinto. Interessante segnalare la finale tra Germania Ovest e Olanda: tedeschi con maglie senza loghi o marchi ma prodotte da Erima (azienda che lavorava per adidas: vedi commenti), olandesi con le tre strisce adidas sulle maniche. Ma all’esecuzione degli inni la Germania Ovest indossa la giacca della tuta color celeste con le tre strisce nere lungo le maniche. Quindi possiamo parlare di prima finale di un mondiale palesemente sponsorizzata.
Il primo mondiale vinto da una squadra “marchiata” è quello del 1978 in Argentina: i padroni di casa sfoggiano la maglia albiceleste con il mitico trifoglio adidas in alto a destra. Ancora sconfitta l’Olanda che questa volta indossa maglia con tre strisce adidas sulle maniche e trifoglio. Attenzione alla Germania Ovest che mette per la prima volta un logo sulla maglia, ma non è quello di adidas: è Erima, storico marchio sportivo tedesco fondato nel 1900 e comprato proprio dal brand a tre strisce nel 1976 (adidas ha venduto Erima nel 2005). Curiosità: durante l’inno i tedeschi vestono una tuta adidas. Altra chicca: il Messico veste una maglia verde prodotta e marchiata da Levi’s, noto marchio di abbigliamento jeans e casual.
Ecco l’albo d’oro delle aziende:
7 6 – adidas
2 – Umbro (+2 non ufficiali con Brasile)
2 – Le Coq Sportif
2 – Ceppo e Athleta
1 – Erima
1 – Puma
1 – Nike
L’albo d’oro con abbinamento nazionale e fornitore tecnico:
1930 – Uruguay (no logo)
1934 – Italia (no logo)
1938 – Italia (no logo)
1950 – Uruguay (no logo)
1954 – Germania Ovest (adidas)
1958 – Brasile (Ceppo + Idroff + Umbro)
1962 – Brasile (Ceppo + Athleta)
1966 – Inghilterra (Umbro)
1970 – Brasile (Athleta + Umbro)
1974 – Germania Ovest (adidas Erima)*
1978 – Argentina (adidas)**
1982 – Italia (Le Coq Sportif)
1966 – Argentina (Le Coq Sportif)
1990 – Germania Ovest (adidas)
1994 – Brasile (Umbro)
1998 – Francia (adidas)
2002 – Brasile (Nike) ***
2006 – Italia (Puma)
2010 – Spagna (adidas)
2014 – Germania (adidas)
* compaiono i primi loghi degli sponsor tecnici sulle maglie
** l’Argentina, nazionale vincitrice, mostra uno sponsor tecnico sulla maglia
*** l’Italia per la prima volta mostra uno marchio dello sponsor tecnico sulla maglia
Capitolo Italia: le maglie degli Azzurri ai mondiali di calcio
La maglia azzurra è sempre stata fornita da aziende incaricate dalla federcalcio fin dal mondiale del 1934. Nel 1974 le divise erano adidas, nel 1978 prodotte invece dall’azienda Baila e abbinate a tuta e calzettoni adidas. Nel 1982 l’abbinamento con Le Coq Sportif e il titolo vinto in Spagna, ma ancora senza mostrare loghi commerciali sulla maglia per via del regolamento. Dopo una breve apparizione di Ennerre si passa a Diadora fino al 1995 quando Nike diventa sponsor tecnico, ma sempre senza mostrare loghi. Il regolamento viene finalmente cambiato nel 1999 e Kappa firma la prima maglia azzurra palesemente sponsorizzata. Dopo il flop mondiale del 2002 in Giappone-Corea arriva Puma che vestirà gli Azzurri fino al 2022 in Qatar.
Embed from Getty Images
Embed from Getty Images
Embed from Getty Images
Embed from Getty Images
Embed from Getty Images
Russia 2018, duopolio di adidas e Nike
Per i mondiali 2018 in Russia sono 8 gli sponsor tecnici. adidas e Nike vestono insieme 22 nazionali, cioè il 70% circa delle squadre in campo. Il marchio tedesco veste anche gli arbitri. Solo 20 anni fa in Francia lo scenario era più variegato: 12 gli sponsor tecnici con adidas e Nike a rappresentare solo 13 team, cioè meno della metà.
Francia 1998: 12 sponsor tecnici presenti per 32 squadre
7 – adidas: Francia, Germania, Jugoslavia, Romania, Romania, Spagna, Argentina
6 – Nike: Italia, Paesi Bassi, Brasile, Stati Uniti, Corea del Sud, Nigeria
5 – Puma: Austria, Bulgaria, Camerun, Marocco, Iran
3 – Umbro: Inghilterra, Norvegia, Scozia
3 – Reebok: Colombia, Cile, Paraguay
2 – Lotto: Croazia, Tunisia
2 – Kappa: Giamaica, Sudafrica
1 – Diadora: Belgio
1 – Hummel: Danimarca
1 – ABA Sport: Messico
1 – Asics: Giappone
1 – Shamel: Arabia Saudita
Da segnalare ben 3 brand italiani: Kappa, Diadora e Lotto.
Russia 2018: 8 sponsor tecnici presenti per 32 squadre
12 – adidas: Germania, Spagna, Russia, Messico, Colombia, Argentina, Svezia, Marocco, Iran, Giappone, Belgio, Egitto
10 – Nike: Croazia, Francia, Inghilterra, Brasile, Nigeria, Corea del Sud, Polonia, Portogallo, Arabia Saudita, Australia,
4 – Puma: Serbia, Svizzera, Senegal, Uruguay
2 – New Balance: Panama, Costa Rica
1 – Umbro: Perù
1 – Hummel: Danimarca
1 – Erreà: Islanda
1 – Uhlsport: Tunisia
Unico brand italiano presente è Erreà.
Per quanto riguarda le finali in Brasile nel 2014 en plein adidas (Germania contro Argentina come a Italia 90), in Sudafrica nel 2010 testa a testa (Spagna con adidas e Olanda con Nike). Stesso scenario nel 2002 in Giappone-Corea (Brasile di Nike contro Germania di adidas) e nel 1998 (Francia di adidas contro Brasile di Nike). Due eccezioni recenti: a Usa 94 (Brasile di Umbro contro Italia di Diadora) e Germania 2006 (Italia di Puma contro Francia di adidas). Più indietro nel tempo ci sono le vittorie Le Coq Sportif nel 1982 (Italia) e 1986 (Argentina) entrambe contro la Germania Ovest di adidas. Nel 1978 la vittoria dell’Argentina di adidas in finale contro l’Olanda sempre a tre strisce.
Nike ha rotto il tabù a Euro 2016 con la finale Francia-Portogallo monomarchio e Ronaldo e compagni campioni d’Europa. In Copa America il Cile marchiato Puma ha trionfato nel 2015 contro l’Argentina. Bis cileno alla Copa America Centenario nel 2016, ma con Nike. Alle Olimpiadi 2016 il Brasile firmato con lo Swoosh ha vinto la medaglia d’oro.
Lascia un commento