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Phoenix Suns, maglie Anni 90: come sono nate

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La storia delle maglie Anni 90 dei Phoenix Suns

Quando parliamo di Phoenix Suns quale immagine compare nella mente? Charles Barkley con una divisa viola e arancione e un pallone di basket con i raggi del sole. La famosa canotta “Sunburst” come la chiamano in Arizona. Anche Greg Esposito, giornalista sportivo, ha avuto la stessa visione e condividiamo questo suo pezzo pubblicato su Sports360az.com.

È andato alla ricerca di tre persone per farsi raccontare com’è nato uno dei design più iconici tra le canotte Nba. Così è riuscito a parlare con Tom Ambrose, all’epoca vicepresidente dei Suns, Tom O’Grady, ex designer del team Nba, e Mark West, uno dei primi giocatori della squadra a indossare quelle divise rivoluzionarie.

La storia: i Phoenix Suns debuttano nella Nba nel 1968 come team di espansione insieme ai Milwaukee Bucks. Il nome “Suns” è stato scelto tra altri 28.000 proposti in un concorso indetto dallo Stato dell’Arizona battendo Scorpions, Rattlers, Thunderbirds, Wranglers, Mavericks, Mustangs e Cougars. I loghi originali creati da uno stampatore locale per la cifra di 200 dollari. Una storia che ricorda quella del logo dei Chicago Bulls e del suo creatore che lavorò gratis.

Le prime divise del 1968 sono viola e arancione per ricordare i colori dei tramonti in Arizona. La maglia home è bianca come da regolamento. La scritta sul petto è in un font futuristico come anche i due soli stilizzati ai lati dei pantaloncini. Questo il look anche della prima finale Nba giocata e persa nel 1976 contro i Boston Celtics.

Nel 1991 è in programma il cambio del palazzetto e il trasferimento nella nuova America West Arena, nel centro di Phoenix. Jerry Colangelo, in qualità di direttore generale della franchigia, chiede un nuovo approccio, uno stile moderno da abbinare al debutto nella nuova casa dei Suns.

Il compito ricade su Tom O’Grady, chiamato negli uffici della Nba come “logoman” perché era alle prese — come direttore creativo — con la nuova identità visiva di Suns, Bucks e Knicks nei primi Anni 90. Colangelo lancia la sfida: nuovo logo e nuove divise che siano emozionanti e adrenaliniche, ma non troppo d’avanguardia.

Ambrose aveva fatto ricerche sui colori e risultava che i colori viola e arancione erano percepiti come quelli di un “festival” e non presi seriamente mentre il blu e il nero erano considerati “professionali” e ispiravano “fiducia”. Prima proposta di O’Grady è divisa blu con bordi argentati: bocciata. Si dovevano mantenere il viola e l’arancione perché aderenti ai colori dell’Arizona.

Il direttore creativo della Nba si rimette al lavoro e aggiunge il nero allo schema classico dei colori dei Phonix Suns e disegna dei bozzetti con un sole strisciato. La proposta piaceva: maglia viola con bordi arancione e nero ed elastico dei pantaloncini in nero. Inizialmente il sole era posizionato verso il basso. Colangelo e Ambrose lo vogliono verso l’alto. Bingo: la nuova maglia era pronta.

A questo punto si va in produzione. Lo sponsor tecnico nella Nba, per i Suns, ai tempi era la Champion. Il design era innovativo e bisognava trovare il modo di trasferire il modello dalle prime versioni di Adobe Photoshop alla stoffa tecnica. Ci pensa la Holt Manufacturing, un fornitore di Champion, che aveva le prime stampanti sublimatiche. Adesso sono la norma, ma nel 1991 non erano così scontate. Le nuove divise vengono presentate e indossate dal giocatore Mark West e dal nuovo acquisto della franchigia: Charles Barkley!

Un successo. La squadra è tra le più riconoscibili e il merchandising decolla. Non era facile, ai tempi, vedere grandi cambiamenti nelle divise da basket Nba: solo il look con pinstripe degli Charlotte Hornets rompeva gli schemi classici. Nei primi Anni 90 anche Nike e Michael Jordan ai Bulls avevano problemi: per esempio le multe per le scarpe nere che non erano consentite dal dress cose della lega.

Per i Phonix Suns nel primo anno con le nuove divise arriva anche la finale Nba, la seconda della storia. Con la seconda sconfitta: questa volta contro i Chicago Bulls. E dopo due stagioni al top arriva l’ok della Nba per aggiungere il terzo pezzo: la divisa alternativa. Tom O’Grady rompe gli schemi e propone l’arancione, ma la Nba boccia: non vuole uno shock visivo. Si decide allora per il nero. Ed è ancora un successo 25 anni dopo.


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