Designer di maglie: finalmente siamo riusciti a fare due chiacchiere con chi si occupa di fashion e sport. Ospite del blog Ama la Maglia è Francesco Sposato art director di Manifactory, agenzia di comunicazione giovane e molto creativa con sede a Treviso. Francesco spazia nel mondo del design e della comunicazione occupandosi di corporate e advertising. La passione per lo sport, in particolare per la pallavolo, lo porta a seguire con ottimi risultati progetti con società sportive e aziende leader nel settore tecnico sportivo.
Designer di maglie sportive Francesco Sposato di Manifactory è un vero appassionato di sport
L’occasione per fare due chiacchiere con Francesco di Manifactory è stata la notizia pubblicata sul blog sulla maglia da libero del Piacenza Volley, che per una gara è stata quella da portiere nera della Juventus. Sulla pagina Facebook di Ama la Maglia abbiamo lanciato un referendum per votare la divisa più originale vista nel campionato di pallavolo. Francesco ha disegnato personalmente due maglie per la Sisley Treviso e così è iniziata una lunga chicchierata sul suo lavoro di designer.
AMA LA MAGLIA Parliamo della maglia “aperitivo” di Farina: a prima vista la gente ha strabuzzato gli occhi per la novità estetica e cromatica. Ci racconti i retroscena?
FRANCESCO SPOSATO La maglia alla quale ti riferisci l’ho disegnata per il libero Alessandro Farina quando Sisley Volley ha stretto l’accordo di sponsorizzazione con Grifitz, nota marca di aperitivi. In quel caso ho esteso alla maglia gli elementi grafici usati dal brand. Ho voluto andare oltre il classico limitativo inserimento del marchio all’interno di un modello di muta preesistente. Un’operazione così spettacolarizzante purtroppo è piuttosto rara. Nel volley solo le divise del libero lasciano più spazio all’estro creativo e agli accordi di sponsorizzazione, mentre la maglia “home” di una qualsiasi squadra deve rispettare i colori sociali; guai se venissero snaturati!
Il risultato d’impatto della maglia è stato molto forte; lo stesso Farina la prima volta che l’ha indossata per lo shooting fotografico mi ha confessato “Mi sembra di essere un ciclista!”, effettivamente sul parquet lo stacco dalla solita maglia bianca è stato scioccante!
ALM Quanto dura il processo di creazione del design per una maglia: prendiamo l’esempio di quelle del libero Ale Farina della Sisley Treviso?
FS Le tempistiche in questi progetti sono sempre molto strette perché dettate dal mercato delle sponsorizzazioni. Per contro le idee sono sempre molto chiare: il bisogno da assolvere è dare massima visibilità allo sponsor, i limiti sono dettati dalle regole imposte dalla federazione e dalle potenzialità del partner tecnico. Dal brief iniziale alla proposta, compreso il feedback del cliente, passa circa una settimana. Il lavoro si conclude poi in un paio di giorni con la realizzazione degli esecutivi per la produzione.
ALM Quando vedi il debutto di una maglia sul campo sei nervoso?
FS È sempre un’emozione! Ricordo che l’esordio della maglia Grifitz di Farina è avvenuto durante una partita di Champions svoltasi in Turchia. Il match era in onda anche in diretta televisiva su Sport Italia. La prova televisiva è micidiale perché ogni elemento deve essere riconoscibile e possibilmente deve rimanere impressa nello spettatore. Quella divisa fortunatamente sin dalle prime inquadrature bucava lo schermo e i commenti poi furono molto positivi.
ALM Da dove hai preso ispirazione per il design della maglia celebrativa realizzata per le 600 partite giocate da Farina con la Sisley?
FS Sono stato onorato di essere stato scelto per realizzare questa maglia soprattutto per quello che doveva rappresentare: Faio (Alessandro Farina) è stato l’unico libero nella storia sportiva a giocare così tante partite con lo stesso club. Il traguardo è quasi da record, per trovare un paragone del genere nel calcio dobbiamo portare ad esempio miti come Zanetti, Maldini e Del Piero.
Per disegnarla ho pensato che il massimo riconoscimento di dedizione e talento per un atleta ancora in gara è rappresentato dalla medaglia d’oro. Tra l’altro il color oro è particolarmente significativo rispetto alla storia del club perché è stato utilizzato sin dalle prime maglie viste al Palaverde. Poiché volevo esaltare il numero 600 non mi sono limitato ad apporre una scritta ma ho creato una texture formata da seicento cerchi che, partendo da un cerchio nero centrale, si irradiano su tutta la superfici. Il risultato è piaciuto molto. È stato carino anche il fatto che per la premiazione i figli di Alessandro Farina ne indossassero due piccole copie!
ALM Con che pressione lavorano i designer? Sentite il peso delle aspettative dei team, giocatori e poi anche dei tifosi?
FS Mi piace pensare che il mio sia soprattutto un lavoro creativo il cui giudizio però è soggettivo, figlio del gusto personale. Chi fa questo lavoro impara a conviverci e con l’esperienza si diventa molto più sicuri di sé. Il design di maglie non è la mia principale occupazione e quelle che ho realizzato sino ad oggi non hanno mai avuto pretese commerciali.
Per i miei “colleghi” che si occupano della creazione dei kit top level, mi riferisco al calcio europeo, lo scenario è ben diverso. Visto il bacino di utenti che raggiungono la pressione aumenta perché a quei livelli il successo di un kit è decretato anche dalle vendite. L’operazione in quel caso è molto più delicata e assimilabile ad una collezione fashion.
ALM Come ci rimani quando senti i commenti da parte dei tifosi e delle squadre sulle maglie di Nike, Adidas, Puma, ecc sapendo che dietro al prodotto finito c’è il lavoro di un designer e del suo team che rimangono sempre nell’ombra?
FS Come detto sopra con il giudizio ci devi convivere. Da appassionato di sport sono il primo a giudicare un prodotto sulla base del mio gusto personale. Tendenzialmente amo le novità e prediligo le evoluzioni allo spirito tradizionalista! L’ultima operazione che ad esempio ho stimato molto l’avete anche riportata nel vostro blog ed è la divisa camouflage dei Raptors.
ALM Parliamo ancora delle maglie di Farina per Sisley: Macron, sponsor tecnico della squadra veneta, ha fatto richieste particolari o è intervenuto in corso d’opera?
FS Nella mia esperienza ho lavorato sia con Macron che con Mikasa e Giordana. In tutti i i casi ho trovato molta disponibilità a fare ricerca e sviluppare i progetti più azzardati. Il rapporto si svolge su un piano tecnico, legato alla definizione dei limiti e delle problematiche di produzione che, nel caso delle maglie da gioco, un designer deve conoscere alla perfezione. Scoperte le carte in tavola, il lavoro è andato liscio e il risultato soddisfacente.
ALM Parliamo un po’ di te: quanti anni hai e dove sei cresciuto?
FS Ho 35 anni e sono nato a Mestre, professionalmente sono cresciuto a Treviso dove vivo e gioco.
ALM Sei sportivo praticante fin da piccolo?
FS Ho sempre praticato sport. Ho giocato a pallavolo con passione per 20 anni e questo ha condizionato la mia vita sia privata che professionale. Lo sport in generale richiede tanto impegno però dà molto a livello di formazione personale, sul piano delle amicizie e quando si mischia con il lavoro è straordinario.
ALM Che esperienze e ricordi hai delle prime maglie di squadra o indumenti sportivi indossati?
FS I miei ricordi sono legati soprattutto a grandi emozioni. Per un ragazzino di 15 anni negli anni ‘90 lo sport rappresentava davvero tutto. Non avevo altri interessi o distrazioni. Ricordo che la prima maglia consegnatami dai dirigenti della squadra per me era un tesoro, carico di significato! Se ripenso però alla qualità del capo il romanticismo viene meno: il cotone era grosso, faceva un gran caldo, tutt’altro che traspirante … altro che i tessuti tecnici di oggi. Sono stati fatti passi da gigante e ne sono ben felice!
ALM Da ragazzo disegnavi nel tempo libero divise di fantasia delle tue squadre del cuore?
FS Inizialmente copiavo quelle esistenti di ogni sport dal calcio, al basket, alla pallavolo e infine il rugby. Mio padre è sarto e così per me era naturale disegnarle stese immaginandone lo sviluppo. Il passo successivo è stato quello di apportare delle varianti e personalizzazione. In poco tempo sono passato a disegnarle da zero. Quando ho avuto l’opportunità di farlo per lavoro si può dire che ho realizzato un sogno.
ALM Come sei diventato un designer professionista e come sei riuscito a farlo nel mondo dello sport?
FS Dopo la gavetta ho iniziato l’attività di freelance e piuttosto che mandare c.v. ho preferito fare esperienza e costruirmi una credibilità investendo in progetti pro bono nel mondo dello sport. Sono partito lavorando per piccole società che magari non potevano permettersi un ufficio grafico ma apprezzavano il mio operato ripagandomi con grande visibilità. Il mio portfolio parlava per me e sono arrivate le prime commissioni come il logo di Volleyball.it, il Golden Globe o l’identità di Bruel Volley Bassano compresa la mascotte 3D e l’allestimento del palazzetto.
Nel 2010 ho aperto Manifactory con altri tre soci. In agenzia ognuno ha la sua specializzazione ed è il massimo quando un progetto ci porta a lavorare in team. Ad esempio per Sisley Volley abbiamo realizzato anche due campagne abbonamenti e ultimamente il logo della sua evoluzione in Volley Treviso.
ALM Pallavolo a parte che altri sport ti vedono coinvolto lavorativamente parlando?
FS Siamo sempre stati legati al beach volley (anche se lì le divise sono ridotte ai minimi termini!) e due dei miei soci sono molti attivi nell’Aikido. Di recente abbiamo avuto l’onore di realizzare tutta l’immagine di una startup che sta avendo grande successo nel Cross Country e Marathon, si chiama Alchemist.
Non nascondo che mi piacerebbe moltissimo cimentarmi con il calcio dato che in Italia è il più seguito anche se ancora lontano dal grado di spettacolarizzazione e attenzione alla comunicazione che si ha nei campionati americani: NFL, NBA e MLB.
ALM Cosa bolle in pentola: in che direzione va il design delle maglie sportive e che novità vedremo secondo te nei prossimi due anni?
FS Bella domanda!!! È innegabile che la divisa sportiva in questi ultimi anni si sia caricata di significati e abbia assunto un ruolo più importante di prima, il mercato sta cambiando logiche e mi aspetto che le novità più importanti dei prossimi anni arriveranno dai marchi che non temeranno di investire in ricerca e sviluppo e sapranno dare fiducia a giovani creativi.
A livello tecnico secondo me arriveranno da nuovi materiali, si affineranno le tecniche di stampa sublimatica e, perché no, potrà esserci l’inserimento della tecnologia informatica direttamente nel capo d’abbigliamento, come un GPS che traccia le posizioni in campo con riscontri a livello statistico o per segnalare indiscutibilmente un fuori gioco nel calcio! La direzione di ogni disciplina sportiva è quella di diventare più appetibile dal punto di vista dell’entertainment e che le divise dovranno seguire questa evoluzione avvicinandosi alle logiche del fashion.
Testo raccolto da Marco Scurati
Innanzi tutto complimenti a Francesco Sposato.
Bell’intervista… è quello che spero possa diventare il mio lavoro. In alcune cose mi sono rivisto un po’ in lui.
Francesco dice «…mi aspetto che le novità più importanti dei prossimi anni arriveranno dai marchi che non temeranno di investire in ricerca e sviluppo e sapranno dare fiducia a giovani creativi.» Io ci spero davvero.
Ci speriamo e ci crediamo anche noi! Intanto il tuo design per una italian night a Toronto per i Raptors è nel box sotto l’header… e poi la prossima volta che disegni la maglia del Pergo fallo sapere anche a noi!!!
Va bene, se ci sarà una futura maglia del(la) Pergo disegnata da me (o nella quale riuscirò a metterci lo zampino) non mancherò di farvelo sapere. Non pensavo potesse interessare così tanto anche a voi la divisa celebrativa di una squadra di Serie D, ma ora che lo so, nel caso, vi metterò al corrente. Questo interessamento comunque mi fa molto piacere 🙂