Niente scritte sulla mitica maglia nera della nazionale di rugby neozelandese: lo ha deciso… lo sponsor tecnico! La questione sembra ormai risolta a favore del no per il jersey sponsor sul petto della maglia. Ma allo studio ci potrebbero essere delle soluzioni come le patch sulle maniche o sui pantaloncini. O magari lasciare “pulita” la maglia del XV dei tuttineri per mettere lo sponsor a Maori e Sevens che, per decisione del board NZRU, adesso si chiamano anche loro All Blacks.
E’ positivo che in tempi di crisi economica si discuta anche la possibilità di dire no a contratti molto lucrosi. Il colosso assicurativo Aig, già jersey sponsor del Manchester United, avrebbe offerto un deal da circa 6,5 milioni di euro a stagione per almeno tre anni. adidas al momento ne paga 20 milioni all’anno e difficilmente potrà rilanciare: ma il rischio è che faccia un passo indietro.
La buona notizia è che adidas è scesa in campo per difendere il suo investimento. Questo atteggiamento fa ben sperare nella discussione sulla possibile – quasi certa – introduzione dei jersey sponsor sulle divise della Nba. Da tempo si discute sulla possibilità di far apparire il brand sulle maglie: forse adidas può anche in questo caso far valere la sua posizione e costringere i proprietari a fare dietro front sull’introduzione delle patch sponsorizzate. Il deal come outfitter scadrà nel 2017 e si parla di una cifra complessiva di 400 milioni di dollari: sono abbastanza per avere voce in capitolo ed evitare contratti tra le singole squadre per incassarne uno a stagione?
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