Fa rumore la presa di posizione del Ceo di adidas, Herbert Hainer, sul mancato rinnovo con il Liverppol. “La differenza tra i loro risultati in campo e la cifra richiesta non era equilibrata”. Arriva il marchio Warrior di proprietà New Balance con tanti (troppi?) soldi per passare inosservato. E potrebbe sbarcare anche nella Capitale con i giallorossi.
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Il mio parere è che nei prossimi cinque anni ne vedremo delle belle, ma iniziamo dai fatti. Il Liverpool cambia sponsor tecnico: da adidas a Warrior. Il nuovo brand offre 25 milioni di sterline a stagione al club inglese. Tradotto in euro sono 30.104.160 all’anno: cioè più di 30 milioni. Il doppio rispetto a quanto offriva adidas. Un dato che permetterà ai Reds di rimanere nella Top Ten delle squadre di calcio che ricavano più soldi dal merchandising. Perché adidas non ha rinnovato un legame iniziato nel 2006? La risposta del numero uno del brand, Herbert Hainer, non lascia spazio a speculazioni: “La squadra non vince abbastanza per motivare le richieste economiche della dirigenza“.
Arriva dunque un nuovo marchio: Warrior, che nonostante un lettering che strizza l’occhio all’Asia è statunitense. Come fa ad avere tutti quei soldi? In che settore opera per avere delle mire espansionstiche così ambiziose? Warrior Sports nasce solo nel 1992 fondata da un campione americano di lacrosse: David Morrow del Michigan. Cos’è il lacrosse? Uno sport popolare negli Usa e in Canada soprattutto a livello di college. Nel 2004 il marchio è stato acquistato da New Balance. Attenzione, primo indizio: NB nata nei primi del ‘900 a Boston, dove tuttora ha il suo quartier generale. Torniamo alla domando iniziale: come fa Warrior ad avere un budget così importante per fare le maglie del Liverpool? Prima risposta: perché è un marchio del portafoglio New Balance che negli anni si è affermato per calzature e abbigliamento tecnico per i runner. Da sempre la loro scelta a livello di immagine è quella di non puntare a un testimonial. La filosofia ancora attuale “Endorsed by no one” (consigliati da nessuno) è stata fatta da NB negli Anni ’90 e mai rinnegata. Anche nel caso di Warrior con il Liverpool si punta a uno squadra e non al testimonial.
Vedremo Warrior anche in Italia? Forse sì e tutti gli indizi portano alla Roma. La proprietà statunitense è di Boston e non ha mai nascosto la volontà di avere come sponsor tecnico un marchio americano. Nike è già impegnata con Inter e Juventus. Si parla anche di Under Armour, ma non credo che il marchio sia ancora pronto per una squadra così sotto i riflettori. Prossimamente UA potrebbe arrivare in Italia magari sbarcando a Udine (dove voci parlano anche di Puma).
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