Rugby, Nuova Zelanda: nuova maglia All Blacks di adidas potrebbe ispirarsi a Originals del 1905


Si avvicina la data per il kick off dei Mondiali di rugby in Nuova Zelanda. Il 30 luglio gli All Blacks sveleranno l’attesa maglia per la rassegna iridata nel match del Tri-Nations contro il Sudafrica. C’è attesa e lo sponsor tecnico adidas sta pompando l’adrenalina dei fan. Le notizie trapelano con il contagocce e gli indizi sono sparsi qua e là nelle interviste dei tuttineri. Mettendo insieme le dichiarazioni scopriamo che la nuova maglia sarà: nera ma innovativa nel look; iconica e fedele alla tradizione; realizzata con il 50% di seta (non si sa se sintetica o pura), il 20% di cotone e il 30% di polyester; sarà molto aderente. I rugbisti neozelandesi hanno provato le nuove mute a gennaio e le hanno successivamente testate in una serie di allenamenti. La Federugby della Nuova Zelanda è stata lapidaria: “La nuova maglia sarà rivoluzionaria sia per i materiali usati che per il taglio e totalmente differente dal look degli All Black degli ultimi 20 anni“. Azzardo una previsione: a mio parere sarà un modello ispirato alla maglia della squadra Originals degli All Blacks che nel 1905 ha portato alla ribalta la squadra anche in Europa. Potrebbe essere di due colorazioni con un top in contrasto e di colore grigio. Difficilmente avrà i laccetti di chiusura mentre prevedo che insieme alla Felce argentata potrebbero esserci le lettere NZ, acronimo di New Zealand.

adidas ha inoltre finanziato un documentario sulla storia della maglia nera degli All Blacks che sarà mostrato nei giorni precedenti il via al Mondiale. Il Sunday Star Times ha anticipato alcuni passaggi. Lo sponsor tecnico paga cifre esorbitanti per avere in catalogo le maglie della nazionale neozelandese e ha accettato una sfida difficile. “Il nero rappresenta forza e potere ma ovviamente non è stata una nostra scelta cromatica“, ha detto Paul Stevens responsabile marketing strategico di adidas. Ma il nero è ormai stato sdoganato per quanto riguarda il rugby e anche i marchi rivali si sono garantiti contratti pesanti aggiornando le combinazioni cromatiche: l’Inghilterra di Nike propone una maglia nera per le prima partite in Nuova Zelanda, la Francia ha scurito il blu fino a farlo diventare di una tonalità vicina al nero, il Canada e il Giappone hanno cambiato colore a pantaloncini e calzettoni abbandonando il bianco. Così come il rosso è il colore migliore per le nazionali di calcio, la V sul petto è meglio delle bande orizzontali per i club, il nero ha effetti positivi per il rugby. Per la palla ovale significa intimidazione fisica, aggressività e perfino la morte (pensate alla bandiera dei pirati).

E così la New Zealand Rugby Union ha iniziato a lavorare sul nero come colore trendy con Jack Ralston, marketing manager della federazione. Per essere appetibili a livello di sponsor bisognava iniziare a far vestire con lo stesso colore anche il pubblico. La campagna marketing è iniziata con il payoff “Black Out” sulle note di “Paint it Black” dei Rolling Stones. In un periodo quando i tifosi hanno inziato a vestirsi con le repliche delle maglie ufficiali. Altro problema: indossare la maglia nera fuori dallo stadio e non pesare al “non colore”. E’ successo a metà Anni ’90 nella società neozelandese, che ha sdoganato la moda del nero nella vita di tutti i giorni. Il passo finale è stato imporre l’uso della maglia degli All Blacks sul mercato Britannico e questo è successo nel 2005 durante la turneé dei Lions. E ora si torna indietro nel tempo e si guarda, forse, agli Originals: quando ormai il nero è diventato di moda e copiato bisogna passare al livello successivo con il vintage.

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