Rosso antico e italiano per la Nord Corea al Mondiale

Un’azienda italiana veste gli eredi degli eroi (poi ripudiati dal regime) del 1966.

La Corea del Nord (o se preferite: Repubblica Democratica di Corea) è alla sua seconda partecipazione alla fase finale del Mondiale di calcio. La prima in Inghilterra nel 1966. Debutto sensazionale. Dopo aver pareggiato 1-1 con il Cile e sconfitto l’Italia, grazie alla rete di Pak Doo Ik, la squadra superò la prima fase, venendo eliminata solo ai quarti di finale contro il Portogallo (ko 5-3 ma coreani avanti 3-0).

Fu la prima Nazionale di calcio asiatica a superare la prima fase di un Campionato del mondo. La Corea del Sud arrivò addirittura alle semifinali nel 2002 (perdendo contro Germania e poi Turchia), ma è un’altra nazione e un’altra (triste) storia di calcio.


La più triste è legata al ritorno in patria della spedizione del 1966: dopo gli iniziali festeggiamenti del regime comunista per il risultato conseguito, molti giocatori di quella nazionale furono condannati ai lavori forzati per aver festeggiato in modo eccessivo e borghese dopo la vittoria con l’Italia.

Dopo 44 anni la Corea del Nord torna al Mondiale. Poche possibilità di fare strada in Sudafrica visto il girone di ferro con Brasile, Portogallo e Costa d’Avorio. Nella recenta amichevole con la Nigeria c’è stato un sonoro ko per 3-1. Partita segnata da una ventina di feriti tra i supporter nigeria accalcati nei pressi dell’unico ingresso allo stadio.

Parliamo adesso di maglie. Il regine di Pyongyang non lascia spazio a grandi interpretazioni: due maglie e molto sobrie. La prima di colore bianco con bordi rossi, la seconda rossa con bordi bianchi. E’ il kit con il quale i coreani vinsero a Middlesbourg contro l’Italia nel 1966.

Curiosa la coincidenza che vuole come fornitore tecnico della Corea del Nord un’azienda italiana. Evidentemente la possibilità di farsi notare dalle nostre parti con una divisa che nessuno comprerà tra i tifosi coreani è una buona possibilità di marketing indiretto.

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