Vade retro maglia #1: inguardabili maglie da portiere

E’ l’unico giocatore che in campo usa mani e piedi: e si distingue sempre.

Rassegna delle peggiori maglie dei numeri uno al Mondiale. Quando l’abito non fa il monaco, ma nemmeno uno stinco di santo!

Jorge Campos (sotto a sinistra). Portiere del Messico per i Mondiali 1994 e 1998. Un pappagallo in campo e fuori. Durante i 90 minuti amava sfoggiare divise con “tutti i colori tranne uno”. Fuori dal rettangolo di gioco amava ripetere che lui era ancora più bravo come attaccante. Decisamente il numero uno, ma solo per le sgargianti divise in formato oversize.


René Higuita (sopra a destra). Numero uno della Colombia nel 1990. Doveva essere il prototipo del portiere moderno, capace di giocare come libero e far salire la squadra. Si è fatto infilare da un pregiato pezzo di antiquariato africano come Roger Milla del Camerun (38 anni, forse, ai Mondiali in Italia). Da ricordare la sua maglia dal sapore mitologico sfoggiata anche da Goicoechea dell’Argentina (ma lui è arrivato in finale parando tonnellate di rigori).

Yoshikatsu Kawaguchi (sotto a sinistra). Gioca nel Giappone da quando è giovanissimo e si è presentato nel 1998 con una maglia nera fiammeggiante. Forse è arrivato dal monte Fuji, dove è nato, in Francia a cavallo di una Harley Davidson. Non si ricordano sue prodezze in campo e nemmeno un’apparizione nel sequel dei Fantastici Quattro come controfigura della Torcia Umana.


Jan Stejskal (sopra a destra). Nel 1990 con la Cecoslovaccia si è preso un gol da Roberto Baggio che ancora ricordiamo con le lacrime agli occhi. E ricordiamo anche la sua divisa XL che nascondeva una certa pinguitudine. Imbarazzanti i ghirigori sulla maglia e il colore azzuro pigiama del colletto. Per fortuna dopo è arrivata la Repubblica Ceca a fargli cambiare colori.

Peter Schmeichel (sotto a sinistra). Un fulmine a ciel sereno per il portiere della Danimarca nel 1998. Del resto è la metafora che meglio descrive la sua carriera: ha vinto un Europeo con la nazionale nel 1992 parando di tutto e una Champions con il Manchester facendo l’attaccante aggiunto nei minuti di recupero contro il Bayern Monaco.


Cláudio André Taffarel (sopra a destra). Con il Brasile nel 1994 ha vinto il Mondiale facendo sbagliare rigori a raffica agli Azzurri. Roberto Baggio ancora ha gli incubi se ripensa alla sua maglia più verde che oro e che ricorda le tutine da neonati al mare. Mai stato un fenomeno, ma se la cavava alla grandissima tra i pali e anche fuori dal campo dove era il primo ad arrivare al campo.


Gianluigi Buffon (sopra). La maglia per il 2010 è veramente imbarazzante. E ancora più discutibile è che a disegnarla ci abbia pensato proprio il portiere azzurro. A metà strada tra Batman e l’Uomo Ragno, in versione nera, non si capisce perché la maglia sia da ciclista e attillata e il pantaloncino da boxer e in versione extralarge. Meno male che esistono altri due kit: quello rosso e quello bianco.

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